La vitamina D in età pediatrica: raccomandazioni

La vitamina D, dopo la scoperta del suo effetto antirachitico negli anni ‘20, è stata presa in considerazione per molti anni solo in rapporto alla sua funzione nel metabolismo osseo.

1. Negli ultimi anni, le conoscenze su tale vitamina si sono notevolmente accresciute e ne hanno esteso l’interesse oltre la regolazione del metabolismo del calcio e del fosfato, essenziale per la salute delle ossa.

2. Recettori della vitamina D (VDR) sono stati identificati in più di 35 tessuti non coinvolti nel metabolismo osseo, quali cellule endoteliali, cellule delle insule pancreatiche, cellule ematopoietiche, fibrocellule muscolari cardiache e scheletriche, monociti, neuroni, cellule placentari e linfociti T1.

3. Nel bambino e nell’adolescente gli effetti extrascheletrici ipotizzati includono la prevenzione di malattie a patogenesi immune (asma, diabete di tipo 1), malattie infettive (infezioni respiratorie, influenza) e malattie cardiovascolari.

4. In particolare, è sempre più riconosciuto il ruolo della vitamina D nella regolazione della risposta immunitaria, per quanto riguarda sia la tolleranza nei confronti degli antigeni autologhi sia la risposta del sistema immunitario agli agenti infettivi.
Gli studi mostrano una possibile correlazione tra deficit di vitamina D e aumentata incidenza di malattie autoimmuni, come ad es. sclerosi multipla, artrite reumatoide, malattia di Crohn e diabete di tipo 1.
Riguardo al diabete di tipo 1, l’apporto di vitamina D durante i primi anni di vita è stato associato ad una riduzione del rischio di sviluppare successivamente la malattia

5. I possibili benefici di un adeguato apporto di vitamina D sono stati evidenziati anche in bambini con asma, eczema e allergie.
Un numero in aumento di evidenze conferma il legame tra obesità e deficit di vitamina D. In particolare, l’eccesso di grasso corporeo è associato ad un aumentato rischio di uno status vitaminico D subottimale.
Inoltre, le attuali evidenze indicano che la vitamina D può contribuire alla regolazione dell’aumento di peso, in particolare in associazione ad una dieta a ridotto contenuto calorico.

6. Vari studi, ancora in corso, stanno indagando gli effetti neuroormonali della vitamina D sullo sviluppo dell’encefalo e sul comportamento.
Molti di questi effetti iniziano prima della nascita, il che sottolinea l’importanza della valutazione di un deficit vitaminico nella gestante e della supplementazione con la vitamina D in gravidanza.
In questa pubblicazione sono sintetizzate le raccomandazioni emerse dall’ultima Consensus della SIPPS sulla prevenzione dell’ipovitaminosi D e sulle modalità di profilassi/trattamento con vitamina D in età pediatrica, nonché le più aggiornate acquisizioni sulle azioni extrascheletriche della vitamina D nel bambino/adolescente.

1. Gröber U, Spitz J, Reichrath J et al. Vitamin D. Dermato-Endocrinology 2013; 5 (3): 331-347, DOI: 10.4161/derm.26738.
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5. Atti XXVII Congresso Nazionale SIPPS / CONSENSUS 2015. Vitamina D in età pediatrica. Sintesi InfoMedica 2015.
6. Walker GE, Ricotti R, Roccio M et al. Pediatric Obesity and Vitamin D Deficiency: A proteomic approach identifies multimeric adiponectin as a key link between these conditions. PLoS ONE 9(1): e83685. doi:10.1371/journal.pone.0083685.